I Cameristi dell’Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di A.F. Lavagnino, E. Morricone, N. Rota
Spezzoni di interviste a Carlo Leva
Intereventi a cura di Roberto Lasagna (critico cinematografico)
Presenta Enzo De Cicco
Galleria fotografica
(in occasione del 100° anniversario della nascitadi Alberto Sordi) con proiezioni
Voci dal cinema e non solo:Claudio Lauretta (imitatore)
I Solisti dell’Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di A.F. Lavagnino, P. Piccioni, N. Rota
Presenta Luciano Tirelli
Galleria fotografica
(in occasione del 250° anniversario della nascita di L.V. Beethoven)
Testo e voce narrante:Sandro Cappelletto (musicologo, Accademico di Santa Cecilia)
Pianoforte: Simone Soldati
L.V. Beethoven
l Sonata n. 30 in mi maggiore, op. 109 - I movimento - Vivace, ma non
troppo
l Sonata n. 21 in do maggiore op. 53, Waldstein , Allegro con brio -
Introduzione. Adagio molto - Rondò. Allegretto moderato
l Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 - versione per pianoforte del Finale
«Uomini, voi che mi reputate o definite astioso, scontroso, misantropo, come siete ingiusti verso di me! Ignorate la ragione segreta che mi fa apparire cosě. Il mio cuore e il mio animo fin dall’infanzia erano inclini al sentimento della benevolenza e mi sono sempre sentito pronto a compiere azioni generose. Considerate, perň, che da sei anni mi ha colpito un male che non si riesce a curare». Sono queste le prime righe del documento biografico fondamentale scritto da Beethoven, il Testamento di Heiligenstadt, una lettera indirizzata ai due fratelli minori, ma in realtŕ rivolta all’intera umanitŕ. Č il 1802, lui ha 32 anni e intuisce che non sarebbe piů guarito dalla malattia che lo tormenta. Sta diventando sordo.Essere musicista ed essere sordo. Un musicista puň essere cieco, muto, ma come fa se č sordo? Diventato sordo, non nato sordo. Non puoi ascoltare il pianoforte che suoni. non puoi dirigere un’orchestra, non puoi dare lezioni. Mai come in queste pagine Beethoven si mette a nudo, racconta la propria fragilitŕ. «La mia disgrazia mi fa male due volte: per il dolore che mi provoca e perché mi costringe ad essere incompreso. Perdonatemi, se mi apparto da voi, quando invece vorrei unirmi a voi. Per me non esistono piů lo svago, il piacere della conversazione, delle reciproche confidenze.Questa č la mia disperazione». Un documento straziante, che verrŕ ritrovato dopo la sua morte in un cassetto della scrivania nell’ultimo appartamento dove ha abitato, a Vienna. Dopo averci narrato i propri tormenti, il proprio dolore, dopo aver ammessodi essere stato assalito dai pensieri piů cupi e definitivi, Beethoven ci indica la strada che ha percorso per salvarsi: «L’arte, soltanto lei mi ha trattenuto». Questa fiducia nel potere salvifico dell’arte gli permetterŕ di convivere con la propria menomazione, di superare la crisi, arrivando a condividere e ad esaltare i versi dell’Inno alla gioia di Friedrich Schiller: «Tutti gli uomini si scoprono fratelli. Abbracciatevi, moltitudini, un bacio al mondo intero». La sua musica, le sue parole, il nostro racconto per riviveree percorrere, assieme a lui, un tratto decisivo del suo cammino di artista, nell’anno in cui ovunque nel mondo si celebrano i 250 anni della nascita di Beethoven
Orchestra Classica di Alessandria
Musiche di: A.F. Lavagnino, N. Rota, L. Bacalov, E. Morricone, N. Piovani, A Morricone